Frane e adattamenti antropici

La formazione delle Alpi ha generato un rilievo tutt’altro che omogeneo. Anzi, le impressionanti forze in gioco hanno creato numerosi punti di debolezza tra le rocce come ad esempio fratture e faglie. L’erosione esercitata dalle acque, le ripetute glaciazioni e altri processi ancora hanno accentuato ulteriormente queste situazioni di fragilità. Quando le rocce diventano instabili l'equilibrio si rompe, la gravità prevale e si sviluppano le frane segnando notevolmente il paesaggio.

Presso Sott Piodau a Bignasco, come sul territorio della Val Bavona, sono ben riconoscibili i segni di questi fenomeni. Con un occhio attento si possono individuare le nicchie di distacco oppure le zone di deposito del materiale con i caratteristici ammassi di blocchi, a volte anche molto grandi.

Anche in questi ambienti ostili, l’uomo ha saputo affinare l’ingegno per ricavare spazi adeguati alle sue necessità. Tra giganteschi macigni sorgono infatti numerose costruzioni che in qualche modo traggono vantaggio grazie ai depositi di enormi frane cadute dai versanti durante le ultime migliaia di anni.

A Sott Piodau è possibile visitare due stalle sotto roccia usate in passato per il ricovero di capre; una grà, edificio di grande importanza in quanto vi si esiccavano le castagne per poterle conservare a lungo. Sul terrazzo più ampio si affaccia pure una cantina sotto roccia, datata 1761.

Visitando tutta la regione tra Bignasco, Cavergno e la Valle Bavona si possono individuare più edifici -costruiti addossati o sotto ai massi- che avevano molteplici funzioni.

A Mondada sorge un forno a legna usato in passato dai terrieri per panificare, mentre il talee di Sabbione (locale riservato alla tessitura) è sicuramente uno degli splüi più fotografati della valle.

Non possiamo però dimenticare le innumerevoli stalle per le capre e il fieno, i magazzini di deposito per attrezzi e utensili contadini, le legnaie …

Anche alcune costruzioni abitative si presentano addossate a parete rocciosa e in assoluto la Splüia bèla e la Ciòssa d’Tea sono le abitazioni sotto roccia più note.

Oltre a tutta questa serie di edifici, ve ne sono alcuni particolarmente ingegnosi poiché sfruttano le correnti d’aria che si sviluppano all’interno degli ammassi di blocchi (fiadairöö) e che determinano temperature costantemente fresche durante tutto l’anno. Queste cantine erano particolarmente idonee alla conservazione del cibo e del vino, una necessità assoluta in passato quando non si poteva contare su frigoriferi e congelatori. 

In Vallemaggia le cantine sotto roccia utilizzate in passato per la conservazione degli alimenti risultano essere in numero superiore rispetto alle costruzioni dello stesso tipo usate quali ricovero per animali. In Valle Bavona sul fondovalle ci sono 77 cantine, se ne contano 45 in Val Calnègia e 14 sugli alpeggi.