La cima del Basodino, con i suoi 3272 metri di altezza, rappresenta il culmine e un simbolo della nostra regione. Questa montagna spesso coperta da un manto di neve, visibile attraverso il profondo solco della Val Bavona, conserva anche una storia fatta di avvenimenti inimmaginabili. Nelle sue rocce sono incise tracce di antichi oceani o di momenti infernali trascorsi nelle viscere della Terra, quasi a contatto con il mantello terrestre. L’aspetto più visibile in superficie è caratterizzato da pareti rocciose scoscese, strette gole, alte cascate e forme caratteristiche delle valli che da questa cima si dipartono. Tutto questo ci parla di elementi che con forza, e più vicini a noi nel tempo, ne hanno modellato i versanti creando ambienti unici, affascinanti e aprendoci una finestra nel cuore delle Alpi.

Una storia geologica
I movimenti della crosta terrestre, noti come tettonica delle placche, sono alla base di una serie di fenomeni geologici che hanno forgiato l’aspetto del nostro pianeta nel corso di intere ere. Questi movimenti possono comportare il sollevamento e l'abbassamento delle terre, la formazione di montagne e la generazione di vulcani, contribuendo a cambiare il volto della Terra.
Nel corso dell’intera storia geologica, la crosta terrestre ha subito questi eventi ripetutamente, spesso con conseguenze sconvolgenti.
La comprensione della scala del tempo geologico è fondamentale per apprezzare questi cambiamenti. A differenza della storia umana, che si misura in secoli e millenni, il tempo geologico si estende su milioni di anni, rendendo difficile per noi concepire l'enormità di questi processi. Tuttavia, anche un breve viaggio attraverso il tempo geologico ci consente di osservare come le forze della natura abbiano creato il paesaggio in cui viviamo oggi.
Per illustrare il nostro viaggio non tratteremo l’intera storia del globo terrestre, ci limiteremo agli ultimi 100-150 milioni di anni quando la realtà era completamente diversa da quella attuale. Basti pensare che allora le rocce che ci circondano erano sul fondale di un oceano in una zona tropicale vicina all’equatore. In quell’epoca, la placca continentale africana aveva però già cominciato la sua risalita verso l’emisfero nord, avvicinandosi sempre di più alla placca euroasiatica.


A partire da 65 milioni di anni fa, e per almeno 30 milioni di anni, avviene l’evento più catastrofico: la collisione tra Africa ed Europa. Con la collisione tra i continenti, le rocce che si trovavano nel mezzo si sono piegate, trasformate e sollevate comportando una serie avvenimenti collaterali estremamente complessi come il metamorfismo (la trasformazione delle rocce a causa delle forti pressioni e delle temperature elevate) e la formazione di pieghe e faglie. Questo processo geologico cruciale ha portato alla formazione della catena alpina.

Lo scontro delle placche.
In sostanza, durante questo processo geologico cruciale che ha portato alla formazione della catena alpina, le rocce che ci circondano sono state raschiate dai fondali oceanici in cui giacevano, inghiottite tra i due continenti, sospinte prima all’interno del profondo cuore delle Alpi e poi verso l'alto, andando a costituire quelle che oggi sono le nostre montagne.

Foto di Luca Pagano - Pizzo Castello
È così che a 3000 metri di quota oggi troviamo rocce che testimoniano della presenza di antichi oceani o lembi di rocce provenienti addirittura dal mantello terrestre, rimaste intrappolate durante l’intricato scontro. Non lontano da noi si trovano ancora relitti di rocce continentali africane, quelle che oggi costituiscono la punta del Cervino e altre montagne del Vallese. Ciò porta a pensare che anche la nostra regione fosse ricoperta di… Africa!

Il risultato del fenomeno erosivo
Una storia geomorfologica
Gli avvenimenti geologici non bastano. La storia delle Alpi è caratterizzata da episodi di erosione e sedimentazione che hanno modellato ulteriormente il paesaggio nel corso dei millenni. I processi erosivi fondamentali individuabili nel nostro territorio sono le glaciazioni, l’acqua e la gravità.
Acqua
L'acqua è uno dei principali agenti di erosione. I corsi d'acqua, come fiumi e torrenti, erodono le rocce e il suolo attraverso il processo di scorrimento, creando valli e canyon. Anche la pioggia può contribuire all'erosione, provocando il dilavamento del suolo e la formazione di solchi.

Foto di Mattia Soldati - la frana di Fontana.

Foto di Mattia Soldati
Foto di Luca Pagano
Glaciazioni
Durante le ere glaciali, i ghiacciai si sono espansi e hanno scavato valli, trasportando detriti e modellando le montagne. L'erosione glaciale è caratterizzata da un'azione intensa, in quanto i ghiacciai possono spostare grandi volumi di roccia e sedimenti.

Il ghiacciaio del Basodino visto da Randinascia.

Foto di Milo Zanecchia - il ghiacciaio del Basodino.
Gravità
La gravità gioca un ruolo cruciale nell'erosione attraverso fenomeni come frane e scorrimenti di terreno. La forza di gravità spinge i materiali verso il basso, contribuendo a spostare rocce e sedimenti e a modellare il paesaggio.

La frana di Fontana.

Foto di Mattia Soldati
