Oggetti e progetti privati

Sostenere le iniziative

Molte sono le opere realizzate da terzi in Valle Bavona e appoggiate dalla Fondazione. Di norma si tratta del recupero di stabili alpestri, di cappelle o interi nuclei come Prèsa sul fondovalle. Il sostegno è pure stato dato alla realizzazione del Piano del paesaggio, così come alla valorizzazione paesaggistica in Val Calnègia. Beneficiano di questo aiuto enti promotori, Patriziati, Parrocchie, associazioni legate alle Terre o ai monti.

Contributi per la gestione del territorio

Per far fronte all’ingente mole di lavoro nella manutenzione e nella tutela del patrimonio bavonese, nel corso degli anni la Fondazione ha sostenuto i privati sulla base di apposite normative:

  • Regolamento contributi di sfalcio (1991)

  • Regolamento manutenzione dei sentieri storici (2005)

  • Regolamento inerente alla salvaguardia del patrimonio costruito (2000-09; 2020)

Questi aiuti hanno così permesso di mantenere, nei primi trent’anni, 41 ettari di prati adibiti alla fienagione invernale, 17 ettari di pascoli sui monti e di gestire quasi 40 chilometri di sentieri.

Soldi per una ristrutturazione in altura

A duemila metri di altitudine Sèdôm è un affascinante corte dell’alpe Sologna, caricato fino al 1967. L’associazione Amici del Sèdôm, negli anni 2005-08, ha acquistato e risanato due stabili contigui. Un intervento senza eccessive comodità, compiuto interamente grazie al volontariato, che ha ottenuto un aiuto finanziario dalla Fondazione e da privati a totale copertura delle spese vive. Il recupero ha certamente valorizzato il comparto e ha favorito il ripristino dei sentieri d’accesso all’alpe e quindi agevolato le possibilità escursionistiche della zona.
I proprietari dello stabile hanno disposto che tutti possono usufruire delle cascine, a condizione che sia presente anche un socio dell’associazione.

Supporto al restauro di un edificio privato

L’unico edificio con loggiato a Sabbione è stato oggetto, nel 2003, di una ristrutturazione esemplare eseguita dal proprietario. L’antica costruzione cinquecentesca comprendeva due case contigue ognuna con cantina, cucina, una camera e solaio, mentre al pianterreno si trovava il telaio per la tessitura. All’esterno, al primo piano, vi era il loggiato usato per soleggiare i prodotti autunnali, ma pure utilizzato da tutti i terrieri per i lavori nei giorni di pioggia. Nel 1900 veniva aggiunta una tettoia in legno e lamiera, con orientamento solare, sfruttata come legnaia e spazio coperto per trattare i prodotti depositati in cantina. L’intervento di recupero della struttura esterna originale, eseguito con il coinvolgimento consultivo del Gruppo operativo, ha portato la Fondazione a riconoscere un meritato contributo finanziario al proprietario. A Sabbione è stato così restituito un tassello storico-estetico, perso con le esigenze abitative del Novecento.